Basta usare la violenza sulle donne per promuovere l’ideologia gender! Meloni bocci il DDL Zan europeo

No to backdoor gender ideology

 

Basta usare la violenza sulle donne per promuovere l’ideologia gender! Meloni bocci il DDL Zan europeo

Basta usare la violenza sulle donne per promuovere l’ideologia gender! Meloni bocci il DDL Zan europeo

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Il Consiglio dell'UE - l'istituzione europea che definisce la direzione politica generale e le priorità dell'Unione europea - ha proposto una direttiva sulla violenza di genere.

Tutti siamo d'accordo sulla necessità di prevedere pene severe per gli uomini che esercitano violenza contro le donne, ma questa direttiva non si occupa di questo! Si tratta di un'iniziativa che cerca di promuovere il genere come costrutto sociale invece di basarsi sul sesso biologico.

Le misure dell'UE per proteggere le donne dalla violenza sono già in atto. Dall'inizio degli anni '90, il Consiglio dell'UE ha intrapreso una serie di iniziative al fine di sostenere la lotta contro la violenza sulle donne, culminate nella Convenzione di Istanbul, introdotta nel 2011 e ratificata nel 2014. La Convenzione di Istanbul nomina specificamente le donne, motivo per cui il Consiglio dell'UE sta ora cercando di introdurre qualcosa di diverso.

Questa nuova proposta si concentra sugli aspetti penali della "violenza di genere". In particolare, cerca di inserirla tra i reati gravi ai sensi dell'articolo 83 del Trattato sul funzionamento dell'Europa.

La proposta menziona esplicitamente la violenza contro le persone LGTBIQ+ (in altre parole, uomini e donne) il che mina l'intero scopo dell'esercizio. Ovviamente la violenza contro le persone LGBTQ+ è sbagliata e noi di CitizenGO siamo i primi a denunciarla. Ma è altrettanto sbagliata la violenza contro chiunque esprima le proprio opinioni religiose o culturali.

La proposta mira a includere la violenza contro la comunità LGBTQ+ nello stesso paniere della violenza contro le donne. Si tratta di un vero e proprio cavallo di troia con cui si vorrebbe estende la definizione di crimine d'odio alla cyber-violenza.

Chiunque affermasse sui social che i generi sono due, maschio e femmina, in difesa del binarismo sessuale e contro l’ideologia gender, sarebbe perseguibile legalmente perché accusato di reato di violenza nei confronti della comunità LGBTQ!

La proposta dell'UE non si limita alle sanzioni penali. Suggerisce anche misure di prevenzione "sensibili al gender" che includono "l'educazione intersezionale". Ciò comporterebbe il subbentro dell'educazione gender nelle scuole, anche in Italia… e tutte le nostre battaglie in difesa della libertà educativa andranno in fumo.

E non solo: significherebbe che tutte le istituzioni pubbliche, oltre la scuola, saranno costrette ad introdurre corsi di indottrinamento gender: ministeri, uffici, questure ecc.

Opporsi ai bagni “gender fluid” nelle scuole o impedire a uomini transgender di entrare nei bagni delle ragazze, oppure essere contrari alla partecipazione di atleti maschi transgender nelle categorie sportive femminili e altre castronerie del genere, potrà essere considerato reato!

Ironia della sorte, questa proposta danneggerebbe soprattutto le donne, che sono le principali critiche all'ideologia di genere online. Sono le donne che vedono i loro diritti e libertà erosi da uomini che vogliono usare i loro bagni, praticare i loro sport e usufruire delle quote rosa.

Le donne sono colpite in modo sproporzionato da alcuni crimini come la violenza domestica, lo stupro, lo sfruttamento sessuale e lo sfruttamento della loro maternità.

Qualsiasi misura per combattere la violenza contro le donne deve essere basata sul sesso e non su uno ambiguo concetto di "genere".

Firmate la petizione per sollecitare i membri del Consiglio a respingere questa proposta.

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Al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

Onorevole Meloni,

Le scrivo per esprimere la mia preoccupazione per la subdola proposta del Consiglio europeo con cui si vuole far credere di adottare un'iniziativa contro la violenza di genere ma che in realtà vuole affermare l’ideologia gender in Europa.

Sebbene siamo tutti d'accordo sulla necessità di eliminare la violenza contro le donne, tale nuova proposta cancellerà di fatto il riconoscimento della violenza specifica contro le donne, includendo i membri della comunità LGBTQ, molti dei quali sono uomini.

La proposta tenta di introdurre in maniera officiosa l'ideologia gender in tutti gli Stati membri, consentendo agli individui di essere definiti in base all'ambiguo concetto di identità di genere autopercepita anziché in base al sesso biologico.

Particolarmente preoccupante è il fatto che le nozioni politiche di genere debbano essere incluse nelle misure di prevenzione della violenza contro le donne.

Sono le donne e le ragazze a soffrire di più a causa dell'ideologia gender che permette ai maschi identificati come transgender di essere riconosciuti come donne. Ciò significa che gli uomini possono essere ammessi in spazi monosessuali come rifugi, case di accoglienza, spogliatoi e servizi igienici che compromettono la sicurezza, la dignità e la privacy delle donne.

In base a questa proposta, le donne che si esprimono contro la teoria gender o che si battono per la creazione di spazi monosessuali potrebbero anche essere perseguite per cyber-violenza e persino vedersi sottrarre i figli in caso di controversie sulla custodia.

In nome delle libertà costituzionalmente garantite, quali la libertà di espressione e di opinione, e in nome della coerenza con cui ha sempre portato avanti le sue battaglie contro l'idottrinamento gender e l'identità delle donne, la invito a respingere la proposta del Consiglio europeo.

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Al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

Onorevole Meloni,

Le scrivo per esprimere la mia preoccupazione per la subdola proposta del Consiglio europeo con cui si vuole far credere di adottare un'iniziativa contro la violenza di genere ma che in realtà vuole affermare l’ideologia gender in Europa.

Sebbene siamo tutti d'accordo sulla necessità di eliminare la violenza contro le donne, tale nuova proposta cancellerà di fatto il riconoscimento della violenza specifica contro le donne, includendo i membri della comunità LGBTQ, molti dei quali sono uomini.

La proposta tenta di introdurre in maniera officiosa l'ideologia gender in tutti gli Stati membri, consentendo agli individui di essere definiti in base all'ambiguo concetto di identità di genere autopercepita anziché in base al sesso biologico.

Particolarmente preoccupante è il fatto che le nozioni politiche di genere debbano essere incluse nelle misure di prevenzione della violenza contro le donne.

Sono le donne e le ragazze a soffrire di più a causa dell'ideologia gender che permette ai maschi identificati come transgender di essere riconosciuti come donne. Ciò significa che gli uomini possono essere ammessi in spazi monosessuali come rifugi, case di accoglienza, spogliatoi e servizi igienici che compromettono la sicurezza, la dignità e la privacy delle donne.

In base a questa proposta, le donne che si esprimono contro la teoria gender o che si battono per la creazione di spazi monosessuali potrebbero anche essere perseguite per cyber-violenza e persino vedersi sottrarre i figli in caso di controversie sulla custodia.

In nome delle libertà costituzionalmente garantite, quali la libertà di espressione e di opinione, e in nome della coerenza con cui ha sempre portato avanti le sue battaglie contro l'idottrinamento gender e l'identità delle donne, la invito a respingere la proposta del Consiglio europeo.

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