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Al fianco di Simone Pillon: difendiamo l’avvocato contro un processo ingiusto!
Al fianco di Simone Pillon: difendiamo l’avvocato contro un processo ingiusto!
++ AGGIORNAMENTO 24/11 ++
Il ricorso presentato da Simone PIllon alla Corte di Cassazione è stato respinto.
Le sue affermazioni dopo la sentenza: "Non avevo grandi speranze - ha commentato Pillon -, ma pensavo che la verità alla fine sarebbe emersa, e invece è stata preclusa l'allegazione di una gravissima testimonianza sopravvenuta ed è stato ingiustamente escluso il mio diritto di critica politica. Evidentemente in Italia è vietato dissentire dal diktat delle associazioni Lgbt e soprattutto guai a chi osa opporsi all'indottrinamento Gender nelle scuole. Non ci fermeranno. Andrò avanti con questa battaglia di giustizia e di verità interessando della mia vicenda la Corte europea dei diritti dell'Uomo. Non lo faccio per me, ma per le migliaia di mamme e papà che vogliono per i loro figli una scuola e un'educazione libera dalle follie ideologiche Lgbt".
Come ben saprai CitizenGO è sempre in prima linea per difendere le persone che vengono ingiustamente attaccate perchè si sono erette a scudo della libertà di religione, della libertà di parola, in difesa delle nostre radici e credenze cristiane ed in difesa delle future generazioni contro l’ideologia gender.
Tra i casi più conosciuti c'è quello di Päivi Räsänen, recentemente assolta dalle accuse di "discorso d'odio" a cui abbiamo dato supporto!
Con lei e per lei abbiamo realizzato due campagne globali, che insieme hanno raccolto circa 550 mila firme, e organizzato varie manifestazioni al di fuori dei tribunali e siamo stati con lei recentemente alla Corte d’Appello di Helsinki.
Ora, purtroppo qualcosa di molto simile sta succedendo in Italia, ed è necessaria subito la tua azione. Simone Pillon, un coraggioso difensore dei valori pro-life e della libertà educativa dei genitori, si trova ad affrontare un ingiusto processo. Il suo "crimine"? Essersi schierato contro l'indottrinamento gender nelle scuole.
Torniamo indietro al 2012: un genitore preoccupato ha informato Pillon di un'assemblea scolastica condotta da un gruppo LGBT a cui suo figlio era stato costretto a partecipare e in cui si parlava di sessualità e omosessualità. La sessione prevedeva distribuzione di materiale che promuoveva le relazioni omosessuali e promuoveva la partecipazione al gay pride - il tutto senza aver chiesto il consenso dei genitori.
Inoltre, era stato messo a disposizione degli studenti anche un altro volantino che illustrava le attività dell'associazione, che comprendeva feste notturne a tema LGBT.
La reazione di Pillon? Una coraggiosa denuncia pubblica, che metteva in evidenza l’insistenza dell’associazione nei confronti delle relazioni omosessuali e la promozione dei locali notturni. La sua ricompensa per aver parlato? Una causa per diffamazione.
Il 22 novembre è la data fissata per il nuovo processo. Il tempo stringe.
Questo caso va oltre Pillon. È una battaglia per la libertà di parola, i diritti dei genitori e una presa di posizione contro l'invasione dell'agenda radicale LGBT nell'istruzione.
Immagina questa scena: tuo figlio viene esposto nella sua scuola a insegnamenti pro-LGBT a tua insaputa o senza il tuo consenso. Tu esprimi le tue preoccupazioni. Sarai ascoltato, messo a tacere o citato in giudizio? Questa non è una possibilità remota, ma una realtà crescente.
Questo caso non riguarda solo Pillon. Riguarda la libertà di parola e il diritto dei genitori di proteggere i propri figli dall'indottrinamento di genere nelle nostre scuole. Il suo esito potrebbe costituire un precedente che riguarda tutti noi. È chiaro il tentativo della lobby LGBT di mettere a tacere un uomo che osa difendere i valori conservatori.
Noi vogliamo quindi capire: è diventato illegale in Italia criticare ciò che i gruppi LGBT fanno nelle scuole? Le famiglie hanno ancora il diritto di decidere quale tipo di educazione offrire ai loro figli? I genitori possono esprimere la loro opinione sui pericoli dell'indottrinamento gender e LGBT nelle scuole?
La nostra libertà di esprimerci liberamente contro questo tipo di indottrinamento è sotto assedio. Oggi è Simone Pillon, domani potrebbe essere chiunque di noi.
Ricorda: non si tratta di ipotesi di un futuro remoto, ma di uno scenario sempre più possibile.
Simone Pillon non è solo un avvocato o un ex politico: è un instancabile sostenitore dei valori pro-life, che non ha paura di parlare contro l'aborto, contro l’ideologia gender e altre minacce ai nostri valori. Le sue parole sono state intenzionalmente distorte e usate contro di lui, in un processo iniquo.
La realtà è che la situazione sta soltanto peggiorando: questo caso è solo la punta dell'iceberg. L'agenda LGBT diventa ogni anno più aggressiva e insistente.
Dobbiamo far sentire la nostra voce ora. Vogliamo essere al fianco di Simone Pillon nel suo processo, vogliamo sollecitare il Ministro della Giustizia a difenderlo pubblicamente.
Il processo è previsto per il 22 novembre. Non ci resta molto tempo. Dobbiamo urgentemente mobilitarci per difenderlo. Chiediamo giustizia e facciamo in modo che la nostra voce sia ascoltata, forte e chiara!
Stai dalla nostra parte. Firma la petizione per chiedere al Ministro Carlo Nordio di difendere Simone Pillon e il diritto alla libertà educativa dei genitori. Non si tratta solo di Pillon, ma della salvaguardia dei nostri valori e delle nostre libertà.
Crediamo che l'Italia sia un paese libero. Abbiamo il diritto di esprimerci, di criticare e di mettere in discussione ciò che non va bene. Questo processo è un affronto a questa libertà. Se non facciamo nulla, rischiamo di permettere alla paura e alla censura di prendere piede.
Se non agiamo subito, Pillon potrebbe essere accusato ancora una volta e costretto a pagare un'altra multa salata.
Ma se siamo uniti, possiamo capovolgere la situazione. La nostra petizione potrebbe portare all'assoluzione di Pillon - una vittoria per la libertà di parola e per i diritti educativi dei genitori.