Salviamo la libertà di scelta educativa a Roma: io sto coi nidi in convenzione!

SABATO 8 APRILE ORE 10.30 TUTTI AL CAMPIDOGLIO

 

Salviamo la libertà di scelta educativa a Roma: io sto coi nidi in convenzione!

Salviamo la libertà di scelta educativa a Roma: io sto coi nidi in convenzione!

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La Giunta 5 Stelle di Roma sta sferrando un durissimo attacco alla libertà di scelta educativa delle famiglie della Capitale.

Per questo ci troveremo a manifestare per la libertà delle famiglie e la dignità dei lavoratori


SABATO 8 APRILE ORE 10.30

PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO a ROMA


Secondo quanto disposto dalle nuove regole del Comune, infatti, col prossimo Bando Nidi le famiglie di Roma saranno costrette a preferire i nidi comunali a quelli in convenzione nelle opzioni di scelta all'atto dell'annuale richiesta di iscrizione.

Un obbligo assurdo, che non tiene in nessun conto le questioni fondamentali che stanno a cuore alla famiglia al momento della scelta del nido: la sua offerta formativa, la qualità della gestione la sua ubicazione sul territorio. Cioè, ciò che fa di un servizio un vero servizio... alla persona!

Negli ultimi anni il Comune di Roma ha visto un calo delle richieste di iscrizione ai nidi che gestisce direttamente, calo dovuto però proprio all'aumento delle tariffe comunali su base ISEE e al nuovo metodo di calcolo dello stesso ISEE a livello nazionale. Migliaia di famiglie sono state messe nell'impossibilità economica di iscrivere i loro figli ai nidi. I posti disponibili nei nidi comunali non sono "posti liberi"... sono bambini emarginati dall'Amministrazione stessa.

Ad ogni modo, è semplicemente assurdo che per risolvere questioni di squilibrio interno alla gestione amministrativa comunale, il Movimento 5 Stelle possa immaginare di farla pagare alla rete di nidi convenzionati, che da anni svolgono un servizio eccellente in armonia con le famiglie romane, peraltro alla metà del costo mensile per bambino speso invece dal Comune nelle sue strutture. Quindi con ingenti risparmi per l'intera collettività.

È tanto più assurdo costringere le famiglie a scegliere asili nido comunali a prescindere da dove siano effettivamente ubicati sul territorio. I nidi convenzionati sono una rete diffusa e capillare, presenti in tutti i municipi e i quartieri. Una rete che attua in maniera concreta il principio di sussidiarietà, per cui i servizi devono essere il più possibile vicini e a disposizione dei cittadini.

Mamme e papà sanno bene che cosa significa dover accompagnare i bimbi all'asilo la mattina, e sanno bene che differenza faccia sulla programmazione degli orari e degli impegni avere a disposizione strutture nel quartiere o deversi fare chilometri in auto nel traffico...

Secondo le nuove regole, la famiglia può scegliere un nido convenzionato con priorità rispetto al comunale solo se si trovi entro 300 metri dall'abitazione. Una scelta ridicola che esclude le enormi parti di città sfornite di servizi di prossimità, oltre che praticamente tutte le zone periferiche o non densamente abitate.

Inoltre, come dimostra la libera scelta delle famiglie di questi anni, i nidi in convenzione offrono spesso dimensioni educative e gestione amministrativa di molto migliore rispetto a quelle offerte dai nidi comunali, inevitabilmente in balia anche di tutti i disagi che dipendono dalla loro appartenenza a un organo politico come il Comune. 

Un altro aspetto fondamentale è l'offerta formativa. I nidi in convenzione sono più liberi nella predisposizione della stessa, e hanno anche maggior libertà di ascoltare le specifiche esigenze delle famiglie. I nidi comunali, invece, molto spesso devono obbedire a imposizioni politiche, anche per quanto riguarda ad esempio i corsi di formazione del personale. Negli ultimi mesi ha fatto molto discutere l'affidamento dei corsi di formazione degli insegnanti e delle insegnanti dei nidi comunali su temi delicati come la sessualità e l'affettività ad associazioni che fanno riferimento nel loro impianto culturale alle ideologie di genere.

Infine, appare veramente inopportuno che dell'intera vicenda si sia occupato, con incredibile accanimento, il dottor Claudio Saccotelli, dirigente del Dipartimento Scuola coinvolto nella vicenda giudiziaria di "Mafia Capitale"

Per tutti questi motivi, noi famiglie e lavoratori chiediamo al Comune il ritiro delle delibere che hanno stabilito le nuove regole per il Bando Nidi, o almeno che si elimini per via integrativa il ridicolo limite dei 300 metri e lo si estenda a più di 1 km di distanza, per poter "salvare" almeno per quest'anno la maggioranza delle famiglie e dei nidi, e poter ripristinare dal prossimo le regole vigenti in passato.




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Anche io sto con le famiglie oggi in piazza al Campidoglio!

Alla cortese attenzione: 

- Virginia Raggi, Sindaco di Roma Capitale

- Laura Baldassarre, Assessore alla Scuola di Roma Capitale

- Marcello De Vito, Presidente dell'Assemblea Capitolina

- Teresa Maria Zotta, Presidente Commissione Scuola Assemblea Capitolina

- Claudio Saccotelli, Direttore Dipartimento Scuola Comune di Roma


Le nuove regole per il Bando Nidi di Roma Capitale arrecano un danno enorme alla vita quotidiana di migliaia di famiglie romane, e condannano al licenziamento altrettanti lavoratori. Obbligare le famiglie a iscrivere i figli alla rete degli asili nido comunali per risolvere squilibri tutti interni alla vita amministrativa del Comune stesso, penalizzando e anzi smantellando l'efficiente rete di nidi convenzionati, è un attacco frontale al diritto delle famiglie di scegliere liberamente i migliori servizi educativi per i loro figli.

Questa scelta, dettata da pura ideologia statalista, mette in ginocchio l'intero sistema, dal momento che la rete di nidi comunali non è in grado di sostenere la fondamentale esigenza delle famiglie di trovare strutture il più possibile vicine alle proprie abitazioni. Le famiglie di Roma vivono già in una città in cui la mobilità è un incubo quotidiano. Immaginare di dover portare i figli piccoli ogni mattina a chilometri di distanza solo per accontentare assurde pretese ideologiche e politiche che non c'entrano niente col Bene Comune dei cittadini è veramente la goccia che fa traboccare il vaso. 

Come famiglie, chiediamo immediatamente il ritiro del bando, o almeno che si estenda ad oltre 1 km di distanza dall'abitazione del bambino il raggio di tolleranza entro cui poter continuare a scegliere in via prioritaria l'iscrizione a un nido convenzionato, attualmente fissato alla ridicola distanza di 300 mt. 

[Il tuo nome]

Anche io sto con le famiglie oggi in piazza al Campidoglio!

Alla cortese attenzione: 

- Virginia Raggi, Sindaco di Roma Capitale

- Laura Baldassarre, Assessore alla Scuola di Roma Capitale

- Marcello De Vito, Presidente dell'Assemblea Capitolina

- Teresa Maria Zotta, Presidente Commissione Scuola Assemblea Capitolina

- Claudio Saccotelli, Direttore Dipartimento Scuola Comune di Roma


Le nuove regole per il Bando Nidi di Roma Capitale arrecano un danno enorme alla vita quotidiana di migliaia di famiglie romane, e condannano al licenziamento altrettanti lavoratori. Obbligare le famiglie a iscrivere i figli alla rete degli asili nido comunali per risolvere squilibri tutti interni alla vita amministrativa del Comune stesso, penalizzando e anzi smantellando l'efficiente rete di nidi convenzionati, è un attacco frontale al diritto delle famiglie di scegliere liberamente i migliori servizi educativi per i loro figli.

Questa scelta, dettata da pura ideologia statalista, mette in ginocchio l'intero sistema, dal momento che la rete di nidi comunali non è in grado di sostenere la fondamentale esigenza delle famiglie di trovare strutture il più possibile vicine alle proprie abitazioni. Le famiglie di Roma vivono già in una città in cui la mobilità è un incubo quotidiano. Immaginare di dover portare i figli piccoli ogni mattina a chilometri di distanza solo per accontentare assurde pretese ideologiche e politiche che non c'entrano niente col Bene Comune dei cittadini è veramente la goccia che fa traboccare il vaso. 

Come famiglie, chiediamo immediatamente il ritiro del bando, o almeno che si estenda ad oltre 1 km di distanza dall'abitazione del bambino il raggio di tolleranza entro cui poter continuare a scegliere in via prioritaria l'iscrizione a un nido convenzionato, attualmente fissato alla ridicola distanza di 300 mt. 

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