IO STO COI MEDICI OBIETTORI
Concorso per abortisti al San Camillo: Zingaretti riferisca in Regione
Concorso per abortisti al San Camillo: Zingaretti riferisca in Regione
Nonostante le ripetute e urgenti sollecitazioni, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti si sottrae dal presentarsi in Commissione Sanità per rispondere alle domande della consigliera Olimpia Tarzia e degli altri consiglieri di opposizione sui reali fondamenti che nei giorni scorsi hanno portato all'indizione di un concorso pubblico per l'ospedale San Camillo di Roma riservato esclusivamente a medici abortisti. La conferenza dei capigruppo in Regione ha deciso di non convocare altre sedute della Commissione Sanità finché il Presidente Zingaretti non arvrà deciso di presentarsi e giustificare un atto così grave e lesivo della deontologia medica. Di cosa ha paura Zingaretti? Di dover rendere conto di un atto profondamente ideologico, discriminatorio e illegittimo, che ha come unico scopo la promozione dell'ideologia abortista nel Lazio proprio mentre si registra ancora una volta l'avanzare spietato dell'inverno demografico in Italia.
Firma subito per chiedere al Presidente Zingaretti di presentarsi in Commissione Sanità e rendere conto del bando "abortista" al San Camillo, di cui chiediamo l'immediato annullamento!
Non è assolutamente vero, come sostenuto da Zingaretti, che le donne che intendono abortire nel Lazio non lo possano fare a causa dell'elevato numero dei ginecologi obiettori. I dati del Ministero della Salute affermano il contrario: ben 4 aborti alla settimana per ogni medico non obiettore! Dei 9600 aborti praticati nel Lazio in un anno, poi, 2400 sono quelli avenuti all'interno del San Camillo di Roma. Dove sarebbe l'emergenza? Si tratta della solita bugia diffusa ad arte per attaccare frontalmente il diritto all'obiezione di coscienza dei medici italiani.
D'altro canto, anche il dottor Giuseppe Lavra, Presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, si è duramente scagliato contro la scelta di Zingaretti, affermando: "Il fatto che si ricorra a una tale forzatura gestionale e amministrativa, conculcando un diritto inalienabile, allarma chi ha il dovere di tutelare la professione medica nei suoi aspetti fondamentali della bioetica e della deontologia che sono ad esclusiva garanzia della comunità sociale”.
Va sottolineato che nell'adottare il bando la Regione Lazio non ha indicato, come richiesto dal Ministero, quanti ginecologi non obiettori già impiegati nelle strutture sanitarie regionali sono attualmente destinati ad altri servizi anziché all'attuazione della Legge 194.
Inoltre l'istituto della mobilità prevede, in caso di carenza di organico, di spostare il medico non obiettore in altre Asl dove dovesse occorrere per praticare la 194. Non è il numero degli obiettori, di per sé, a determinare eventuali criticità nell'accesso all'aborto, ma il modo in cui le strutture sanitarie si organizzano nell'applicazione della 194. Non è accettabile che la disorganizzazione della Regione sia pagata sacrificando il diritto all'obiezione di coscienza dei medici.
Lo stesso Consiglio d'Europa ha recentemente attestato l'adeguatezza del numero dei medici non obiettori in Italia rispetto all'applicazione della Legge 194, dando ragione ai dati del Ministero della Sanità.
Se il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti vuole realmente, come dice, "applicare la L.194", si deve occupare allora della sua parte principale, cosiddetta preventiva, prevista nella stessa, rispondendo alle seguenti domande:
- come viene applicata la tutela sociale della maternità, riportata nello stesso titolo della L.194?
- quante donne vengono realmente aiutate a rimuovere le cause che le inducono all'aborto?
- a quante donne vengono proposte alternative all'aborto?
- vengono coinvolte le associazioni operanti sul territorio a tutela della maternità?
Fermiamo le prevaricazioni ideologiche e gli interessi mascherati sulla pelle delle donne e sulla vita dei bambini. Chiediamo politiche efficaci di sostegno alle donne in difficoltà per una gravidanza, per far sì che ogni donna che desidera accogliere la vita sia libera di farlo e non venga lasciata sola dalle Istituzioni.
Firma subito e diffondi la petizione!
Sostengono la petizione:
On. Olimpia Tarzia, consigliera Regione Lazio e presidente del Movimento PER - Politica, Etica, Responsabilità
Prof. Dott. Giuseppe Noia, presidente AIGOC - Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici Italiani