STOP GENDER IN UMBRIA
UMBRIA / Stop alla colonizzazione del Gender: NO all'Atto 15-bis!
UMBRIA / Stop alla colonizzazione del Gender: NO all'Atto 15-bis!
La Regione Umbria si appresta a discutere e votare nei prossimi giorni l'Atto n.15-bis, concernente "Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere".
Come cittadini umbri, siamo fermamente contrari a qualsiasi fenomeno di discriminazione e violenza contro chiunque, comunque sia motivato. Abbiamo a cuore la dignità intangibile di ogni persona e il Bene Comune.
È proprio per questo che denunciamo l'impianto profondamente ideologico di questo Atto, che introduce nell'ordinamento umbro in maniera massiccia il virus dell'ideologia Gender, la grande "colonizzazione" del nostro tempo così spesso denunciata anche da Papa Francesco.
FIRMA SUBITO PER FERMARE LA COLONIZZAZIONE DEL GENDER IN UMBRIA!
L'Atto n.15-bis legittima il concetto altamente ideologico dell'identità di genere come "percezione che una persona ha di sé, anche se non corrispondente al proprio sesso biologico".
Sappiamo già dove ha portato questo approccio: alle decine e decine di diverse identità di genere introdotte ad esempio da Facebook su richiesta delle associazioni Lgbt. Non più solo uomini e donne, ma anche pangender, bigender, cisgender, agender, transgender e via di seguito in un crescendo di assurdità antiscientifiche.
Se l'identità di genere è una percezione soggettiva, e quindi del tutto arbitraria, è ovvio che anche la valutazione di atti di discriminazione e violenza contro questa percezione sarà priva di qualsiasi parametro oggettivo.
In altre parole, qualsiasi atteggiamento che la persona sentirà come offensivo della propria identità di genere sarà considerato violento e discriminatorio.
Ci preoccupano poi enormemente alcuni punti cruciali dell'Atto n.15-bis:
1) l'affiancamento coatto delle associazioni LGBT alle ASL nell'affrontare casi di eventuale disforia di genere in adolescenti, scavalcando del tutto il ruolo centrale e primario della famiglia di bambini e ragazzi ed evidentemente indirizzando la cura di questi disagi su binari già in partenza fortemente ideologici;
2) lo stanziamento di 50.000 € a favore delle associazioni LGBT chiamate ad attuare l'opera di rieducazione mentale dei cittadini umbri sui temi dell'identità di genere;
3) la colonizzazione totale degli ambienti scolastici - dalle materne ai licei - da parte delle associazioni LGBT, chiamate a svolgere corsi di "formazione" per insegnanti, personale non docente, genitori, alunni e docenti;
4) un controllo di "qualità Gender" sulle aziende, sulle piccole-medie imprese e su tutte le attività di natura commerciale nello svolgimento delle loro professioni e nell'erogazione dei loro servizi, col rischio concreto di gravissime limitazioni alla libertà economica e d'impresa;
5) i rapporti assolutamente squilibrati di rappresentanza delle famiglie all'interno dell'Osservatorio regionale appositamente istituito, in cui 6 membri su 10 saranno estrazione del mondo LGBT.
Firma per chiedere all'Assemblea regionale umbra di respingere l'Atto n.15-bis: un estratto condensato di ideologia Gender che porterà a un vero e proprio regime di pensiero unico - con tanto di controllo poliziesco - su temi delicatissimi come la sessualità e l'affettività, per loro natura soggetti anche alle personali convinzioni di carattere culturale, filosofico, religioso e morale.
Promuovono la petizione:
- CitizenGO Italia
- Comitato Difendiamo i Nostri Figli, circoli territoriali di: Perugia, Assisi, Città di Castello, Foligno, Gubbio, Marsciano, Spoleto, Terni, Acquasparta.
- Generazione Famiglia, La Manif Italia
- Comitato Art. 26 Perugia